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Mammiferi e Covid 19, Unifi in una ricerca internazionale

Come hanno risposto i mammiferi ai cambiamenti dell’attività umana durante il Covid? 

Mammiferi e Covid 19, Unifi in una ricerca internazionale

Come hanno risposto i mammiferi ai cambiamenti dell’attività umana durante il Covid? Su Nature Ecology and Evolution uno studio internazionale ha visto il coinvolgimento di studiosi Unifi e, nel complesso, di oltre 220 ricercatrici e ricercatori in 21 paesi, incluse 5 istituzioni italiane: oltre a Unifi, Museo delle Scienze di Trento – MUSE (capofila), Fondazione Edmund Mach, Università di Siena, ISPRA. La ricerca internazionale ha indagato l’attività di 163 specie di mammiferi con l’utilizzo di oltre 5 mila foto-trappole, per lo più dislocate nell’emisfero settentrionale del globo [“Mammal responses to global changes in human activity vary by trophic group and landscape” DOI: https://doi.org/10.1038/s41559-024-02363-2].

 

Francesco Rovero, docente di Ecologia presso il Dipartimento di Biologia dell’Ateneo fiorentino, e Marco Salvatori, ricercatore in Ecologia presso Unifi e il Museo delle Scienze di Trento (MUSE) hanno coordinato la raccolta dei dati per il Trentino occidentale con sessanta siti di fototrappolaggio.

 

Nel valutare la tolleranza della fauna agli umani e ai rischi associati alla presenza delle persone lo studio ha messo in luce una netta differenza fra ambienti naturali e ambienti antropizzati. Diversamente dalla percezione comune, in quel periodo, di un aumento della presenza di fauna durante il lockdown e poi crollo al suo termine, lo studio ha mostrato che alla ripresa delle attività umane post pandemia le specie presenti in ambienti intensamente modificati dagli esseri umani, come aree urbane e suburbane, hanno aumentato i loro movimenti, diventando però più notturne. Nonostante la disponibilità di fonti di cibo “artificiale”, lo studio suggerisce che i mammiferi selvatici cerchino di minimizzare le possibilità di incontro con gli umani, spostando la propria attività nelle ore di buio. Al contrario gli animali presenti nelle zone più naturali e incontaminate, che spesso rappresentano dei rifugi per le specie più sensibili, hanno risposto al ritorno delle persone evitandole e diminuendo la loro attività. 

 

Le specie di mammiferi più grandi sembrano essere quelle più sensibili alla presenza umana, con chiare evidenze di evitamento, e riescono ad esprimere un comportamento diurno solamente dove il passaggio di escursionisti è basso e la distanza dai centri abitati elevata. Le specie più piccole invece tendono ad essere più stabilmente notturne e opportuniste, mostrandosi più attive dove il passaggio umano è intenso.

19 Marzo 2024 (Archiviata)

 

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